Cos’è il bullismo? Che cosa prevede la legge contro di esso?

Quando si entra nelle diverse scuole la prima volta, nella vita di un bambino o di un adolescente, molti sono i desideri che vuole realizzare, come andare bene a scuola, conoscere i nuovi insegnanti e avere molti amici, ma possono anche capitare delle esperienze un po’ diverse.

Infatti molti alunni non si fanno conoscere in modo amichevole e tranquillo dai propri compagni, anzi, si mostrano da subito aggressivi e pericolosi, soprattutto se passano alle mani con un compagno che considerano debole.

Da molto tempo a questa parte questa categoria di ragazzi vengono definiti “Bulli” e solo negli ultimi anni la scuola ha deciso di fare qualcosa e a mettere a disposizioni aiuti sia a loro che agli altri compagni.

Ecco cos’è il bullismo e cosa prevede la legge.

Cos’è il bullismo?

Questo termine è nato a Roma nell’Ottocento e si faceva riferimento ad una categorie di ragazzi che con una serie di comportamenti nati per intimorire altre persone, si è diffuso sia in altri luoghi che nelle diverse scuole e non solo in Italia.

Il bullismo scolastico è, purtroppo, presente in quasi tutte le classi di tutte le scuole elementari, medie e anche superiori, mentre nell’università si trovano pochi casi e anche rari, ma lo stesso sono presenti.

Il bullismo rappresenta un comportamento diverso che molti ragazzi manifestano per i propri compagni di classe, a volte che ritengono “deboli” e quindi si sentono autorizzati ad infierire su di loro per denigrarli e farli del male.

Molti studi sono stati fatti su questi ragazzi, e sono usciti fuori molte informazioni sono state diagnosticate per questa tipologia di ragazzi.

A volte era solo un problema di autostima personale, ed il bullo in questione si sfogava in modo brutto con i propri compagni, mentre altre volte il risultato che è uscito è stato scoperto per via di altri problemi che avvenivano in famiglia, e per questo se la prendeva con gli altri.

Di solito molte sono le forme di bullismo che i ragazzi attuano ai loro compagni, e anche ai famigliari:

  • verbalmente: li possono offendere con le parole;
  • razzista: offendono una persona che ha un colore diverso di pelle, è di un’altra cultura e anche ha una diversa religione;
  • fisico: possono passare alle mani e far loro del male anche con altri oggetti;
  • psicologico: riescono a sfruttarli a loro piacimento;
  • omofobo: quando offendono una persona che ha un orientamento sessuale diverso dal normale;
  • sessuale: possono violare le vittime, soprattutto se ragazze, ma anche i ragazzi ne possono soffrire.

Inoltre con la tecnologia è presente una forma ancora più pericolosa di queste tipologie ed è il cyberbullismo, soprattutto se la vittima è inconsapevole di quello che sta succedendo in rete.

Le cause possono essere davvero molte e molto spesso il bullo riesce a creare un gruppo e ad isolare la vittima facendola sentire sola, succube e anche diversa.

Il loro scopo è quello di farlo sentire male e dare a lui tutte le colpe che hanno gli altri, proprio come succedeva con la pratica del capro espiatorio a cui venivano date tutte le responsabilità del mondo ed isolarlo per allontanare la fonte di varie cattività.

Ovviamente anche la vittima deve cercare di difendersi e a volte l’unica cosa che deve fare è parlare con i loro genitori oppure gli insegnanti.

Se invece si chiude nel suo silenzio e non viene ascoltato/capito le conseguenze per la vittima saranno davvero gravi per il suo prossimo futuro.

Che cosa prevede la legge contro di esso?

Come detto prima, dal 2015 sono entrate in vigore delle normative di legge dedicati alla violenza sia nelle scuole che in altri lavori e ambiti diversi, ora la legge riesce a difendere le vittime da queste persone ma riescono anche aiutare questi bulli.

In molte scuole ora è presente un punto d’ascolto, con tanto di psicologo infantile che aiuta inizialmente la vittima e poi, parlando con gli insegnanti, riesce a parlare con i genitori sia della vittima che della persona che fa il bullo, ed in questo modo si cerca di aiutare entrambi.

Inoltre, in Italia, i minori di 14’anni non sono imputabili dalla legge ma, se accadesse qualcosa di davvero grave, chi sconta la pena sono i genitori o tutori del minore.