Conviene investire nel mercato USA nel 2020?

Le azioni statunitensi sono state certamente la migliore destinazione per i propri investimenti negli ultimi 10 anni, ma questa posizione dominante potrebbe cambiare nel corso del 2020. Diversi investitori e analisti stanno infatti scommettendo sul fatto che diverse azioni internazionali, comunque negoziabili attraverso la piattaforma ITrader, supereranno gli Stati Uniti nel corso del nuovo anno, cosa che è successa solo due volte dal 2010 a questa parte. Ma allora che cosa accadrà nei prossimi mesi? Come si deve diversificare il proprio portafoglio?

Il trend negli USA

Ricordiamo che dal 2010 l’S&P 500 è risultato essere in crescita di oltre il 180% e l’MSCI ACWI ex US exchange-traded fund (ACWX) ha guadagnato solo il 18%. I mercati emergenti sono andati ancora peggio in questo decennio, contro l’S&P 500, tanto che l’indice iShares MSCI Emerging Market Index di iShares è aumentato solo del 4% dal 2010.

Tuttavia, gli esperti di mercato ritengono che le azioni internazionali siano pronte per un balzo superiore a quelle USA nel 2020, grazie a valutazioni interessanti e a un potenziale di crescita economica globale in depressione, dato che le banche centrali mondiali adottano misure più stimolanti.

Avendo sottoperformato per più di dieci anni, le azioni non americane sono destinate a prendere il sopravvento sui loro omologhi“, ha dichiarato in una nota Peter Berezin, capo stratega globale di BCA Research. “Una nuova accelerazione della crescita globale, un dollaro USA più debole e valutazioni favorevoli dovrebbero sostenere le azioni non americane il prossimo anno”.

I divari di valutazione

Il rapporto P/U dell’S&P 500, un sistema metrico di valutazione ampiamente utilizzato a Wall Street, è attualmente superiore a 20, mentre le azioni internazionali sono scambiate con una valutazione molto più bassa, con rapporto prezzo/utile del fondo ACWI attestatosi intorno a 14,7.

Callum Thomas, responsabile della ricerca di Topdown Charts, ha dichiarato che esiste un “divario di valutazione del 50%” tra le azioni statunitensi e quelle internazionali. Dunque, un gap molto ampio, che non giustifica l’attuale effettiva differenza di valutazione tra le due macro aree, e che potrebbe essere giustificabile solamente quando la crescita economica globale rallenta, mentre l’economia statunitense continua in realtà a crescere. La scorsa settimana, il Dipartimento del Commercio USA ha di fatti specificato che il PIL degli Stati Uniti è cresciuto del 2,1% nel terzo trimestre.

Sul fronte commerciale, il conflitto USA-Cina continua, mentre entrambe le parti cercano di firmare un accordo di “fase uno”. Le tensioni commerciali tra la Cina e gli Stati Uniti si sono leggermente allentate negli ultimi mesi, in quanto entrambe le parti dimostrano di essere disposte a raggiungere un qualche tipo di accordo. Queste mosse potrebbero stimolare una rinascita della crescita economica globale, che “avvantaggerebbe in modo sproporzionato” le azioni internazionali rispetto agli Stati Uniti. La composizione settoriale delle azioni internazionali è più orientata verso i cicli, piuttosto che verso la difensiva rispetto alle azioni statunitensi. Di conseguenza, le azioni non americane generalmente superano i loro omologhi americani quando la crescita globale accelera.